Ognuno di noi conosce le visiere protettive rappresentate molto frequentemente su foto e video dei telegiornali nel periodo di emergenza Covid 19. Usate dagli operatori sanitari insieme alle tute, guanti e mascherine fanno parte dell’equipaggiamento di protezione individuale.
Successivamente in alcune ordinanze provinciali relative al contrasto della diffusione della pandemia, sono state introdotte anche per operatori di attività private come estetiste, parrucchiere, operatori di ristorazione all’aperto, docenti e insegnanti. Sul mercato attuale però la disponibilità di visiere studiate per questi usi era ancora limitata. Molti di questi operatori hanno dovuto acquistare dei prodotti che erano stati precedentemente progettati per altri usi, più pesanti e meno agevoli da usare per lungo tempo. Per questo motivo Appli-Bet ha sviluppato alcuni modelli seguendo le richieste dei clienti che cercavano delle visiere più leggere e poco impattanti, adatte ad essere portate anche per diverse ore di seguito senza fatica. Il risultato è una leggerezza eccezionale, meno di 70 grammi per la versione classica. L’adozione della lunetta superiore trasparente in luogo del frontalino opaco permette di avere la percezione del campo visivo anche verso l’alto. Il commento che riceviamo più di frequente è “..non mi accorgo nemmeno di averla indossata..”.
Il modello da Donna nasce dal fatto che alcune operatrici ci hanno segnalato che la fascia giro-testa disordina la propria acconciatura. Ecco che nasce l’idea di applicare lo schermo facciale al tradizionale cerchietto per capelli, dotandolo anche di uno snodo per poterlo rialzare.
In previsione di utilizzo anche in ambito scolastico e ispirandosi a quanto già in uso in alcune scuole orientali, Appli-Bet ha sviluppato due modelli per ragazzi. Le visiere sono dotate di attacco per fasce para-sudore da 45 mm o in alternativa di fasce fermacapelli da 10 mm. Chi acquista questi modelli può adattarli alle fasce che possiede oppure acquistare separatamente le fasce che si trovano in commercio. Il modello per fasce da 10 mm è adatto anche per teste di taglia piccola come ragazzi della scuola primaria.
Di seguito il testo di un articolo estratto dal Corriere Della Sera.
Coronavirus, le visiere protettive servono? Il confronto con le mascherine.
Facili da disinfettare e da riutilizzare, permettono di parlare e hanno un potere filtrante come quello della stoffa. I test, però, sono stati fatti solo per particelle in entrata (da influenza) e non su quelle emesse se le indossa un malato che tossisce
di Silvia Turin
In un’opinione pubblicata sulla rivista scientifica Jama da parte di studiosi statunitensi si parla dell’efficacia degli schermi facciali nel contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19. Ricordando come i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) Usa hanno raccomandato a tutte le persone di indossare una mascherina di stoffa in pubblico per controllare la diffusione del virus, esprimono la convinzione che gli schermi facciali (le visiere trasparenti in plexiglas o altro) possano rappresentare una scelta migliore.
Durata delle visiere
Al di là dell’opinione dei ricercatori, sono interessanti i dati resi noti e alcune considerazioni: partiamo da queste. Gli schermi facciali possono essere prodotti e distribuiti in modo rapido e conveniente: non richiedono materiali speciali per la fabbricazione e le linee di produzione possono essere riconvertite abbastanza rapidamente. Numerose aziende lo hanno già fatto (anche in Italia), pertanto la loro disponibilità è attualmente buona. Negli Usa (si legge nell’articolo) sarebbe “maggiore di quella delle mascherine chirurgiche”. Per una protezione ottimale, la visiera dovrebbe estendersi sotto il mento anteriormente, fino alle orecchie lateralmente e non dovrebbe esserci spazio esposto tra la fronte e l’inizio della barriera. «Inoltre mentre le mascherine chirurgiche – scrivono gli autori del testo – hanno una durata limitata e poca possibilità di essere riciclate, gli schermi facciali possono essere riutilizzati indefinitamente e possono essere facilmente puliti con acqua e sapone o comuni disinfettanti domestici. Sono comodi da indossare, proteggono le vie aeree e impediscono a chi li indossa di toccarsi il viso. Le persone che li portano non devono toglierli per parlare: ricordano agli interlocutori la necessità del distanziamento sociale ma consentono di vedere le espressioni facciali e i movimenti delle labbra».
Barriera dal 96 al 68 per cento
E veniamo ai dati riguardo alla protezione: in questo caso non ci sono ancora studi contro il Covid-19, ma l’efficacia delle visiere è stata testata nel 2014 per il virus dell’influenza (un altro virus respiratorio che si diffonde tramite goccioline infette). Nello studio di simulazione, gli schermi facciali hanno dimostrato di ridurre l’esposizione virale immediata del 96% se indossati da un operatore sanitario entro 46 cm di distanza da un simulatore di tosse con goccioline “grandi” (droplets). Quando è stato utilizzato un simulatore di tosse con produzione di particelle più piccole (aerosol da 3,4 μm), la visiera è risultata meno efficace, bloccando solo il 68% delle particelle. Se si testava il risultato dopo 30 minuti (dopo i quali la tosse e gli aerosol si erano dispersi nella stanza) lo schermo facciale riduceva l’inalazione di aerosol solo del 23%.
Come le mascherine in tessuto, ma al contrario
Per fare paragoni, le mascherine di stoffa autoprodotte di cotone (a trama fitta) hanno potere filtrante del 90% per particelle grandi (droplets) e al 24% per particelle piccole (aerosol). Se fatte con cotone da maglietta, due strati hanno catturato il 77 percento di droplets e il 15 percento di aerosol. Quindi l’efficacia degli schermi facciali sembra buona, anche se nello studio originale si scrive: «Possono ridurre sostanzialmente l’esposizione a breve termine a grandi particelle infettive, ma particelle più piccole possono rimanere in sospensione più a lungo e fluire più facilmente intorno allo schermo facciale per essere inalate». Potrebbero essere un alternativa (o un’aggiunta) alle mascherine in alcuni luoghi di lavoro. Da notare, però, che nessuno studio ha valutato gli effetti o i potenziali benefici delle visiere nel caso di emissione diretta da parte di chi li porta di goccioline infette. (Articolo tratto dal Corriere della Sera del 5 maggio 2020)